LECTIO CONDIVISA PER DOMENICA 29 NOVEMBRE 2015

1° DOMENICA DI AVVENTO


+ Dal Vangelo secondo Luca  25-28.34-36

«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».


Per la comprensione del testo:

All’inizio di un nuovo anno liturgico viene proposto un discorso di Gesù circa la fine dei tempi e la Sua venuta finale nel mondo. Una scelta azzardata, quantomeno in controtempo.

Cerchiamo di comprendere allora anzitutto il contesto in cui Gesù si trova.


Gesù è nel tempio di Gerusalemme. Ha appena indicato l’esemplarità del dono di una vedova povera (Vangelo di qualche domenica fa), sfuggito agli occhi superficiali dei più, quando trova altra gente che si sofferma ad ammirare la bellezza estetica del tempio. Questa diventa per Lui una ulteriore occasione per ricordare ai presenti di non porre la propria attenzione su cose futili (“Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra”). Parte da qui il discorso che conduce al brano proposto oggi. Il tema in questione è quindi quello della capacità di fare discernimento, di imparare a riconoscere e distinguere ciò che è essenziale da ciò che è effimero.


Il brano non è immediato, anche perché Gesù adotta, soprattutto nella prima parte (v. 25-28), il linguaggio apocalittico, a noi ostico per via delle immagini forti e sconvolgenti. In realtà era quello proprio di una corrente spirituale che cercava di far rinascere nei credenti la speranza soprattutto nei periodi di prova.


L’intento di Gesù quindi non è quello di mettere paura quanto di indicare ai discepoli una via: anche nelle difficoltà e nel caos della vita (tutti gli spazi di vita - mare terra e cielo - sono citati) il Figlio viene, ci viene incontro per offrirci la “salvezza” ma occorre essere pronti a vederlo alzando lo sguardo sopra la realtà in cui siamo immersi (su di Lui?).


In seguito (v. 34-36), Gesù rende diretto l’invito al discernimento (“state attenti… non dissipazioni, ubriachezze, affanni… vegliate in ogni momento pregando”), a non camminare nel mondo in modo superficiale, con scarsa lucidità e sapienza sui sentieri delle false felicità. Occorre, viceversa, abitare la quotidianità e il nostro tempo in modo vigile, leggendo in profondità gli eventi della vita in un dialogo aperto e sincero con il Signore.


Questo esercizio costante porta ad assimilare il modo di vivere di Gesù e permette di amarLo sempre più come fratello, così che, anche nelle prove e nelle avversità, non cadremo nell’inganno (“come un laccio”) di sentirlo estraneo e non avremo timore di incontrarLo, anzi, avremo il cuore leggero per attendere con gioia la Sua venuta.


Quella che sembrava una scelta azzardata, si rivela in realtà molto sapiente.


Ci richiama una verità semplice ma spesso dimenticata: ogni inizio è un cammino verso una meta. La vita e la fede non fanno eccezione.

Noi, su quale meta stiamo focalizzando la nostra vita? Pensiamo anche al nostro agire in parrocchia e in AC. E’ sempre chiaro il fine delle scelte che facciamo?

Dal brano capiamo che la preoccupazione di Gesù è la nostra salvezza e felicità, Egli non ci vuole cristiani con lo sguardo basso e il cuore appesantito, desidera ardentemente anche per noi una vita proiettata in un orizzonte d’Eternità. Questa è probabilmente la Sua meta, per questo Egli è venuto nel mondo.


A noi è lasciata la libertà di accogliere il Suo dono straordinario, passando al setaccio il groviglio di eventi che ci troviamo a vivere.




Lectio

 Osservo e sottolineo gli elementi le parole che mi appaiono più dense di significato, i personaggi, i movimenti, i luoghi, i titoli dati a Gesù… Ne colgo il significato o le difficoltà per  noi.

Condivido ciò che ho sottolineato:


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Commenti: 5
  • #1

    Matteo (sabato, 28 novembre 2015 10:21)

    State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano...

  • #2

    Rota remo (sabato, 28 novembre 2015 17:20)

    Vegliate in ogni momento pregando

  • #3

    Mirko (domenica, 29 novembre 2015 21:37)

    State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita

  • #4

    Anacleto (domenica, 29 novembre 2015 21:51)

    risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina

  • #5

    Patrizia (martedì, 01 dicembre 2015 11:00)

    State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano negli affanni della vita.


Meditatio

Riprendo il testo e cerco di cogliere quale parola il Signore dice a me, al mio cammino di fede, al cammino della Chiesa oggi.

Condivido come questo testo nutre o interroga la mia fede:


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Commenti: 3
  • #1

    Matteo (sabato, 28 novembre 2015 11:17)

    Quanto è vero che il cuore si appesantisce se nel mio agire quotidiano non riesco a riconoscere innestata la Sua "nozione d'Eternità"...
    Penso per esempio all’educazione dei miei figli, oppure alle relazioni personali con i colleghi e in parrocchia. Come cambia il cuore se quando intervengo per correggere o educare rivolgo la mia attenzione solo sull’errore (il fine è: non si ripeta più) piuttosto che sul bene della persona e sulla sua crescita (il fine è: mi stai a cuore, non mi sei indifferente e faccio questo consapevole che il Signore si sta servendo di me per dirti che stai a cuore soprattutto a Lui).
    Un cuore libero dagli affanni, dalle paure e da desideri turbolenti non deve diventare però un cuore assopito e tranquillo,… ogni giorno, in ogni momento, mi ricordi che devo vigilare perché “sia fatta la Tua e non la mia volontà”

  • #2

    Anacleto (domenica, 29 novembre 2015 21:53)

    siamo di fronte a un cammino di liberazione, non ad una fine... i segni ci indicano la stella... alzare il capo... vedere la via della liberazione

  • #3

    Patrizia (martedì, 01 dicembre 2015 11:06)

    Troppo spesso mi perdo nelle cose da fare troppo spesso ci si rattrista perché il nostro ssguardo è rivolto solo alla faticadel vivere e trppo spesso il nostro sguardo è miopr, non si riesce a guardare oltre e in alto a guardare verso Colui che ci splleva e ci libera dal peso.


Oratio

Comincio a rispondere alla Parola che il Signore mi ha rivolto.

Condivido una o due espressioni della mia preghiera:


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Commenti: 4
  • #1

    Matteo (sabato, 28 novembre 2015 12:03)

    Signore ti chiedo il dono della sapienza e della passione che hai Tu nel desiderare il bene autentico degli uomini... che riesca a leggere questo tempo pieno di contraddizioni, è innegabile, non tanto per capirlo ma per amare gli uomini che, con me, lo stanno vivendo e ne sono disorientati.
    Vorrei che tutti avessero la grazia di incontrarti come un fratello buono che non desidera altro se non renderci felici, rivelando e condividendo con ciascuno il senso profondo della vita e l’umanità nella sua espressione più piena.

  • #2

    Mirko (domenica, 29 novembre 2015 21:38)

    Aiutaci a preparare la tua venuta o Signore!!

  • #3

    Anacleto (domenica, 29 novembre 2015 21:56)

    Aiutaci Signore ad alzare il capo e a non rimanere schiacciati dal male che è in noi stessi... liberaci con la tua venuta...

  • #4

    Patrizia (martedì, 01 dicembre 2015 11:12)

    Signore non lasciare che la nostra vita ci allontani da te e aiutaci a cercarti sempre e sostienici con il .tuo spirito